Locarno, 31 maggio 1923 – Ieri, mercoledì, verso le 2,30, un camion militare con rimorchio, al servizio degli specialisti addetti alla Telegrafia senza fili, urtava violentemente, al passaggio a livello di Visletto, contro una locomotrice della ferrovia Locarno-Ponte Brolla-Bignasco, sulla quale viaggiavano quattro impiegati addetti al servizio merci. Per l’urto, che fu violento, la locomotrice traballò e, raggiunto il ponte che dista pochi metri dal passaggio a livello, si rovesciò nel sottostante fiume. I quattro uomini del personale viaggiante (Adamini Luigi, manovratore; Gianaroni Pierino, aiutante; Maggini Enrico e Catti Francesco) perirono miseramente nelle acque, per le difficoltà che presentava l’opera di salvataggio. Finora (9 del mattino) il solo cadavere del Catti potè essere ricuperato. Sono sul posto le autorità militari, con gli elementi di truppa a loro disposizione che contribuiscono all’opera di ricupero dei cadaveri e della locomotrice. Le Autorità civili e giudiziarie, terminate le constatazioni di legge, hanno proceduto subito ad un’inchiesta per stabilire i fatti e le responsabilità. Sul posto si è pure rovesciata, fin da ieri, una folla enorme da ogni parte della regione. L’impressione riportata per la grave disgrazia è penosissima.
Altri particolari
Locarno, 1. giugno – Per tutta la giornata di ieri è stato un incessante pellegrinaggio di gente verso il luogo del disastro. Si è lavorato ieri a scandagliare il fiume, sempre grosso, per la ricerca dei cadaveri. Ieri, verso le quattro dirimpetto a Someo e cioè a circa tre chilometri a valle dal posto del disastro, è stato pescato il cadavere del povero Maggini Enrico. Si crede che gli altri due cadaveri si trovino rinchiusi nell’automotrice che ieri sera incominciava ad emergere dalle acque. Le operazioni di scandaglio sono state riprese stamane. Si spera col decrescere delle acque di poter penetrare nella carcassa della automotrice. I primi risultati dell’inchiesta sono i seguenti: Il treno procedeva a velocità normale; giunto alla curva diede il segnale d’uso; l’automobile invece scendeva a grande velocità e pare non abbia avvertito, causa il fragore del camion, il segnale d’allarme. Il conduttore dell’automobile ha a sua attenuante questo particolare, che il treno investito non era un treno che figurava in orario; si trattava di un treno bestiame speciale, onde, secondo l’orario della ferrovia, allo chauffeur non constatava che dovessero passare treni. Questo naturalmente non giustifica una diminuzione di prudenza in un punto così pericoloso. L’inchiesta continua.
Nicola Bottani