Ferrovia Locarno - Ponte Brolla - Bignasco (LPB)
La ferrovia Locarno-Ponte Brolla-Bignasco (LPB), nota anche come Valmaggina, è stata una linea ferroviaria, a scartamento metrico, che collegava il centro di Locarno con Bignasco, attraverso la Vallemaggia. La stazione di partenza era quella di Locarno Sant'Antonio. Sin dai primi anni '90 del 1800 si ebbero progetti per collegare le zone più remote del Cantone alle nuove ferrovie internazionali. Dopo un primo progetto presentato nel 1891 dal giurista, politico ed editore Agostino Soldati e una legge cantonale sul finanziamento delle ferrovie regionali (tuttavia respinta dal popolo), l'iniziativa venne presa, nel Locarnese, dall'allora sindaco di Locarno e consigliere nazionale conservatore Francesco Balli il quale istituì, nel 1892 la Pro Locarno e Dintorni al fine di stimolare la nascente industria turistica.
Nel 1898 lo stesso Balli chiese ed ottenne la concessione per tre collegamenti ferroviari a partire da Locarno: uno per Bignasco, in Valle Maggia, uno per Camedo/Ribellasca, attraverso le Centovalli, e, in alternativa a quest'ultimo, uno che costeggiasse il Lago Maggiore, attraversando Ascona e Brissago per poi raggiungere il confine di Piaggio Valmara. Il 22 dicembre 1898 venne così accordata la concessione per la costruzione delle tre linee ferroviarie con la clausola che, nel caso dei due collegamenti internazionali, essi dovessero continuare, con il consenso italiano, oltre il confine per terminare a Domodossola (nel caso della Centovallina) e Intra (nel caso della linea lungo il Lago Maggiore.

Il 12 luglio 1903 venne fondata la Società della Ferrovia Locarno-Pontebrolla-Bignasco (LPB; nel 1941 cambiò ragione sociale in Ferrovia Locarno-Pontebrolla-Bignasco). Nel 1905, dopo lo stanziamento di un finanziamento di 2,28 milioni di franchi tramite fondi governativi, poterono iniziare i lavori per la costruzione della ferrovia. Già il 3 agosto 1907 si poté celebrare l'inaugurazione della linea - tra Locarno Sant'Antonio e Bignasco anche se entrò in funzione solo il 2 settembre 1907. Circa un anno dopo, grazie all'apertura di una linea tranviaria, la linea fu prolungata fino alla stazione locarnese della Gotthardbahn (oggi FFS). Prima della costruzione della linea ferroviaria il 13 novembre 1904 venne conclusa la centrale idroelettrica di Ponte Brolla della Società Elettrica Sopracenerina con un generatore di tensione per la produzione di corrente alternata da utilizzare dalla compagnia ferroviaria.

A partire dal 1923 l'esercizio della linea fu affidato alla “Società per le Ferrovie Regionali Ticinesi” (FRT) che operava anche la già costruita ferrovia Centovallina. Nel 1952 la LPB fu assorbita dalla FRT, e prima degli anni Sessanta la FRT effettuò anche servizi automobilistici nell'area di Locarno: il 30 giugno 1961 la società prese il nome di Ferrovie autolinee regionali ticinesi (FART).

Parco rotabili
Il materiale  originariamente in dotazione alla LPB constava di tre elettromotrici BCFe 4/4 di costruzione MAN e MFO e numerate 1-3. Esse offrivano 12 posti in seconda classe e 32 in terza, oltre a un vagone di 5,4 m quadrati e 3 t di portata; raggiungevano una velocità massima di 45 km/h. Nel 1911 entrò a far parte della flotta della LPB una locomotiva a due assi per treni merci di costruzione SWS e MFO; era classificata come Ge 2/2 4. La locomotiva andò persa il 31 maggio 1923, allorché a Visletto un camion militare cozzò contro il treno, facendolo deragliare e cadere nel fiume in piena (nel disastro perirono quattro ferrovieri).
L'ABDe 4/4 (come ormai era stata rinominata) venne sottoposta nel corso del 1964 ad interventi di modernizzazione che ne modificarono considerevolmente l'aspetto esterno.
Il 28 novembre 1965 venne effettuata l'ultima corsa tra Bignasco e Locarno.

L'ABDe 4/4 18 (vedi galleria fotografica) usata dal 1945 al 1965, dopo la chiusura venne ceduta alla Centovallina, nell'agosto 1967 ebbe una collisione con l'ABe 8/8 22 e venne lasciata come rottame per sei anni, ma nel 1972 venne ristrutturata. É stata  in servizio come mezzo per la squadra di manutenzione ed era l'unica elettromotrice della Valmaggina ancora esistente.

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